...aspettèite
ca mò ve lu conde
Un divertimento che vi seguirà tutto l'anno.
Presentazione
" 'ngére è 'ngére na volte
nu vécchie è na vécchie,
réite a na spécchie,
a munelèje i fèive alla deponde...
...aspettèite ca mò ve lu conde ".
Traduzione :
" c'era e c'era una volta
un vecchio e una vecchia,
dietro una specchiera,
a pulire le fave in piedi...
...aspettate che adesso ve lo racconto ".
E' questa la filastrocca che abbiamo scelto come
compendio per questa nostra modesta raccolta di
racconti popolari; filastrocca che veniva recitata,
dalle nostre nonne, prima di iniziare un racconto,
quando, nelle fredde sere d'inverno, ci si scaldava
tutti intorno alla frascéire ( braciere ).
La voglia di divulgare tali racconti, nasce dalla
constatazione che la globalizzazione ha portato
all' introduzione, nel linguaggio parlato, di termini
quali " file " , " internet " , " break " , " no-global " ,
lasciando sbiadire sempre più quel ricco patrimonio
di arte, tradizione, cultura popolare che rappresenta
la nostra stessa identità.
Dopo questa generazione di adulti, continuando con
questo stesso clichè, saranno sempre meno le persone
che sapranno parlare correttamente il dialetto, che
conosceranno la saggezza dei proverbi, che
ricorderanno, sorridendo, i racconti appresi dalla
tradizione contadina.
Se è vero che " l'appetito vien mangiando ", questa
agenda-libro, che vi accompagnerà per l'intero anno,
vuole essere l'occasione per farvi " assaporare " il
" piacere " della riscoperta, di quella cultura
popolare destinata, in senso contrario , a perdersi
irreperabilmente.
Piero Tubito
(Presidente Ass. Culturale Città Nostra )
ca mò ve lu conde
Un divertimento che vi seguirà tutto l'anno.
Presentazione
" 'ngére è 'ngére na volte
nu vécchie è na vécchie,
réite a na spécchie,
a munelèje i fèive alla deponde...
...aspettèite ca mò ve lu conde ".
Traduzione :
" c'era e c'era una volta
un vecchio e una vecchia,
dietro una specchiera,
a pulire le fave in piedi...
...aspettate che adesso ve lo racconto ".
E' questa la filastrocca che abbiamo scelto come
compendio per questa nostra modesta raccolta di
racconti popolari; filastrocca che veniva recitata,
dalle nostre nonne, prima di iniziare un racconto,
quando, nelle fredde sere d'inverno, ci si scaldava
tutti intorno alla frascéire ( braciere ).
La voglia di divulgare tali racconti, nasce dalla
constatazione che la globalizzazione ha portato
all' introduzione, nel linguaggio parlato, di termini
quali " file " , " internet " , " break " , " no-global " ,
lasciando sbiadire sempre più quel ricco patrimonio
di arte, tradizione, cultura popolare che rappresenta
la nostra stessa identità.
Dopo questa generazione di adulti, continuando con
questo stesso clichè, saranno sempre meno le persone
che sapranno parlare correttamente il dialetto, che
conosceranno la saggezza dei proverbi, che
ricorderanno, sorridendo, i racconti appresi dalla
tradizione contadina.
Se è vero che " l'appetito vien mangiando ", questa
agenda-libro, che vi accompagnerà per l'intero anno,
vuole essere l'occasione per farvi " assaporare " il
" piacere " della riscoperta, di quella cultura
popolare destinata, in senso contrario , a perdersi
irreperabilmente.
Piero Tubito
(Presidente Ass. Culturale Città Nostra )
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