Raccolta di foto di ALTAMURA
Ideazione e foto
PIERO TUBITO
Disegni
GIUSEPPE GRIMALDI
Coordinamento
GIACINTO BOLOGNESE
Progetto grafico
PINO COLONNA
Stampa
GRAFICA & STAMPA
Introduzione :
ALTAMURA ieri & oggi
Si perdono nel tempo e nella leggenda
le origini della nostra città.
Si tingono di mistero e di tanta curiosità.
Altilia, Petilia, Lupazia...
tanti nomi le vennero dati,
da regine ed eroi qui misteriosamente approdati.
Già migliaia e migliaia di anni fa,
si insediarono su questa terra le prime comunità.
Vivevano nelle caverne ed erano prevalentemente pastori,
di una fonte di futura ricchezza primitivi fautori.
Cinta da " Altus Murus ", fortificata dall'Imperatore,
la cui venuta segnò per lei l'inizio di un nuovo splendore.
Le venne donato un imponente simbolo come ingente eredità,
custode di un nascosto tesoro che la sua bellezza sempre intatta preserverà.
Presto sede di cultura che prestigio profuse,
questo le valse l'appellativo di " Appule Muse ".
Attraversando i secoli sempre più ricca di eventi si fa la sua storia,
dei natali dati a grandi ed illustri uomini si fa ancora gelosa memoria.
Da Oreste e Laudati brillante pittore,
a Melodia, Striccoli, Tritto e Tommaso Fiore.
Da Cagnazzi e Mercadante, che della musica è noto l'estro,
a Serena e Lavigna che di Verdi è stato maestro.
Dal Dott. Giannuzzi delle ghiandole semilunari scopritore,
a don Filippo Baldassarre, medico benefattore.
Dopo l'onta del Cardinale Ruffo, resta il marchio di " Leonessa ",
che la sua eroica " giacobina " resistenza ai posteri confessa.
Dall'antichità più remota conserva importanti
reperti e monumenti di cui si abbellisce,
del passato più recente un patrimonio
di ricordi e di tradizioni di cui si impreziosisce.
Curate le ferite della guerrra mondiale suscitate,
nuove prospettive per lei sono nate.
Tramandandosi l'attività pastorizia, artigiana e contadina,
si è trasformata gradualmente in una fiorente cittadina.
Ed oggi ormai Altamura è riflesso dell'industrializzazione,
oggi è specchio di costante evoluzione.
Oggi vanta del pane una possente produzione,
frutto di sapere tecnologico e di genuina tradizione.
Oggi è segno di progresso, di evoluta civiltà,
oggi vive in pieno le mutate coordinate dell'attuale società.
Oggi è tempio di negozi, di pub e di pizzerie,
oggi è labirinto di infinite automobili per le vie.
Oggi è teatro di politica burrascosa,
oggi è garante di economia rigogliosa.
Eppure era soltanto ieri che non esisteva la periferia,
che non c'era asfalto sulla via.
Era soltanto ieri che non c'erano austeri palazzi di cemento,
che i rapporti umani erano basati più sul sentimento.
Era soltanto ieri che le donne chiacchieravano sull'uscio della modesta casa,
senza il timore che dai ladri fosse invasa.
Era soltanto ieri che si attingeva acqua dalla fonte
e che si asciugava sudore amaro sulla rugosa fronte.
Era soltanto ieri che sobbe o' trajne i contadini si recavano al lavoro,
tra spighe brillanti di campi giallo oro.
Era soltanto ieri che la tavola di semplicità e di genuinità era esempio,
e che della natura non si faceva scempio.
Era soltanto ieri che si festeggiava con vino, rosolio e taralli,
e le nonne indossavano pesanti scialli.
Era soltanto ieri che dè gnostre si levava il vociare chiassoso dei bambini,
e i ragazzi giocavano è bettune sui gradini.
Era soltanto ieri che si usava u scafalitte per stirare,
e u scaldine per il freddo ammortizzare.
Sì, i tempi sono cambiati, mutate sono le stagioni,
ma ricordare quel che è stato ancora ci dà emozioni.
Il cammino dai nostri avi tracciato,
è un percorso che non può essere annullato.
Da Lamalunga alle orme dei dinosauri,
dagli agriturismi ai gastronomici itinerari.
Dalle chiesi rupestri alla Cattedrale,
da u " Uaragniaun " alla manifestazione teatrale.
Dalle mura megalitiche ai divani e distributori di benzina,
da u castidde al mercato del sabato mattina.
Dai facciommene alle maioliche e nicchie votive,
dalla pregessioune di " Sandorre " alle luminarie e alle gare sportive.
Dalla cialledde all'hotel ristorante a cinque stelle,
dai piatte rièile alle porcellane e alle inossidabili padelle.
Da i ngartellèite alla miscela di erbe e noci dell'aromatico " Padre Peppe ",
da i mustazzére alla fanove di San Giuseppe.
Dal nascente Parco dell'Alta Murgia ai prelibati funghi cardoncelli,
dai concerti ai proverbi e agli antichi ritornelli.
Che binomio strano presente e passato,
un amalgamarsi tra ciò che è e ciò che è stato!
Tutto questo resterà sempre Altamura,
anche se il futuro incalza con premura.
Un gran bagaglio porta con sé proiettandosi verso il domani,
di enorme e variegata ricchezza son ricolme le sue mani.
Poesia di Antonella Sallicano